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Febbraio 1947. Alla fine della Seconda guerra mondiale, Carmela viene mandata dalle campagne a servizio a Roma. Ha ventidue anni: quasi analfabeta, molto procace, sveglia. Trova lavoro presso la casa del Dottore, brillante giurista e politico rampante, deputato in Assemblea costituente. I lavori dell'Assemblea proseguono a fatica: Democrazia cristiana, liberali e comunisti non riescono a trovare un accordo. Tutto doveva essere pronto per la fine del 1946 e invece è pronto soltanto il progetto. L'articolo 1 della nuova Carta recita: "L'Italia è una repubblica democratica". Senza aggettivi, senza specificazioni. E qui si apre il vero conflitto. Va scritto un preambolo della Costituzione, ma soprattutto va scelto il fondamento della Repubblica. Le influenze si intrecciano e si sommano, e il Dottore diventa il perno della trattativa, per la sua abilità giuridica e diplomatica. Lavora molto. Di giorno sempre in giro per riunioni, la notte alla scrivania, a casa. Carmela si incuriosisce: tutte le mattine trova la scrivania del Dottore ingombra di carte e foglietti. Rimettendola a posto, non può fare a meno di notare che tra gli appunti ci sono pezzi di articoli della nuova costituzione. Articoli che suscitano l'attenzione di Marcello, il suo fidanzato: dirimpettaio, aspirante magistrato, appassionato di politica. Le cose, intanto, si complicano, e aumentano le pressioni di americani e russi. E se fosse possibile accontentare tutti? Forse il testo dell'articolo 1 potrebbe essere il vero compromesso. E forse sulla scrivania del Dottore c'è una traccia. Confusa fra i foglietti copiati da Carmela e riscritti da Marcello, che forse non è soltanto un bravo ragazzo che studia per fare il magistrato.